Le relazioni tra le persone sono possibili grazie alla capacità di comunicare.
E se parliamo di comunicazione qual è la prima cosa che viene in mente se non le parole! Spesso però ciò che scriviamo o diciamo viene interpretato in modo diverso rispetto al nostro pensiero iniziale. Il linguaggio infatti è un mezzo molto sofisticato ed evoluto proprio degli esseri umani, nessun altro essere vivente ha questa capacità e addirittura una persona può parlare più lingue.
Ma la relazione avviene anche attraverso messaggi non verbali, la gestualità, lo sguardo, il tocco o l’allontanamento, e questo tipo di comunicazione è più immediata, ma spesso poco cosciente, va ad attivare capacità lontane nel tempo, che abbiamo acquisito nella nostra evoluzione della specie. Possiamo anche aggiungere il tono e volume della voce. Se hai un animale domestico puoi dirgli la stessa parola con toni diversi e la sua reazione cambierà non in base al significato della parola ma di come la dici. E anche noi umani spesso diciamo delle frasi che a parole hanno un significato, ma il tono e il voume con cui le pronunciamo lo modificano profondamente.
Nel Metodo Feldenkrais, a differenza di molte altre discipline corporee in cui l’insegnante si muove e gli allievi seguono, le lezioni di gruppo utilizzano la comunicazione verbale. E’ un’esperienza da provare! Con le sole indicazioni verbali all’inizio ci si può trovare persi, si scruta il vicino per vedere se si sta facendo il movimento giusto, ma piano piano si impara a non giudicarsi, a fidarsi di ciò che si è compreso e durante il movimento si presta attenzione alle proprie sensazioni. Le frequenti domande dell’insegannte allenano alla consapevolezza di sè.
Nelle lezioni individuali invece, è l’insegnante che muove l’allievo. Anche in questo caso, ad ogni tocco, non c’è soltanto il movimento, ma vengono poste delle domande, non verbali, e la risposta sarà un movimento fluido e libero o una resistenza. Piano piano, aumenta la fiducia e questo dialogo si trasforma in movimenti sempre più liberi e facili da fare.
In entrambi i casi si lavora sul movimento e si dà la possibilità ad ognuno di fare un suo percorso di ascolto e miglioramento. La consapevolezza diventa qualcosa di concreto, non un concetto astratto, perché viene scoperta attraverso l’esperienza, senza imitazione di qualcun altro.
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