E’ utile o no dire parolacce? Fa bene?
Anni fa mi è successo di andare in cantina e il prosecco che avevo imbottigliato era diventato talmente frizzante che una bottiglia era andata in frantumi e ad altre era saltato il tappo: vi dirò che ho preferito bermi il poco prosecco rimasto nelle bottiglie con il tappo saltato che pulire la cantina dei vetri sparsi dallo scoppio. Si, per me la parolaccia è lecita soprattutto se ti salva da una situazione in cui potresti scoppiare.
Ho letto da poco un articolo su una ricerca scientifica il cui scopo era di vedere l’effetto delle parolacce in alcune situazioni difficili attraverso tre test: resistere al dolore con una mano sul ghiaccio, pedalare aumentando la difficoltà quando c’è già la stanchezza, vedere la ricchezza del vocabolario. In quest’ultimo test è risultato che chi conosceva più parolacce aveva anche un vocabolario più ricco di parole neutre. Ma i test che mi sono interessati di più sono i primi due: in entrambi, arrivati a dover sopportare il dolore o la fatica, alcune persone erano invitate a ripetere una parolaccia, altre invece una parola neutra. Il risultato è stato che chi diceva parolacce aveva più resistenza al dolore e alla fatica.
Quello che mi sono chiesta è: perché arrivare allo stremo? Non ci sono altri modi per raggiungere una meta diversi dallo sforzo? Cosa ci fa arrivare al momento in cui abbiamo solo due possibilià, o scoppiare o far saltare il tappo? Certo, può capitare nella vita di trovarsi in situazioni non piacevoli, ma secondo me siamo educati a doverci sforzare per ottenere le cose e i pasticci così capitano più di frequente. Forse sostituire il dovere con il volere può essere la chiave per rendere gli intoppi più facili da superare. Già dall’inizio, da quando ci si pone una meta, può essere utile chiedersi se è quello che si vuole o se è un dovere raggiungerla. In un percorso per arrivare da qualche parte, se la meta non ci affascina sarà facile imbatterci in problemi e difficoltà, perché non abbiamo l’interesse di arrivare, lo facciamo per dovere, e solo con uno sforzo possiamo superare le difficoltà. Se invece la meta è qualcosa che ci affascina e durante il percorso troviamo degli ostacoli, l’idea di raggiungere una cosa che ci piace ci farà trovare delle soluzioni. Se stiamo facendo un percorso per arrivare a qualcosa che vogliamo sono certa che la creatività ci verrà in aiuto per trovare soluzioni diverse dallo sforzo.
A me piace ogni tanto fare un aperitivo con gli amici e, per non disperdere tutto il prosecco, la prossima volta userò delle bottiglie più spesse e cambierò il modo di tapparle.
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