Un foglio di carta è piatto.
Sopra ci possiamo disegnare cose meravigliose ma il foglio rimane sempre piatto.
L’arte di fare gli origami dà volume a piccoli quadratini di carta e aggiunge dimensione, volume, idee, pensieri, poesia…
Nell’era in cui viviamo l’immagine la fa da padrona, lo specchio è ciò con cui ci confrontiamo ogni giorno. Il nostro davanti è così molto conosciuto, mentre ignoriamo, o quasi, il nostro dietro e i nostri lati, destro e sinistro. L’immagine che abbiamo di noi stessi è piatta, come il foglio di carta.
Prova ad ascoltare il tuo respiro, cosa si muove ad ogni inspirazione ed espirazione? Dove va l’aria? Probabilmente la pancia e il petto sono le parti che hanno preso la tua attenzione. Ma ora prova ad ascoltare meglio, senti cosa succede al fianco destro e poi al sinistro, si muovono anche loro? E la schiena? Le coste e il diaframma sono collegati allo sterno e alla colonna vertebrale, girano tutto intorno al busto e quando respiriamo coinvolgendo la pancia anche la zona della schiena, dove ci sono le lombari, si può muovere e fare spazio per l’aria. Lo senti? E’ un movimento più limitato che puoi sentire meglio se ti metti in posizione sdraiata a pancia in giù. E se respiri gonfiando il petto potrai percepire che anche le scapole si muovono, c’è un’espansione anche dietro.
Ebbene si, siamo tridimensionali! non siamo un foglio di carta. La difficoltà è percepire questi volumi e costruire la propria immagine di sé che comprenda tutto lo spazio che occupiamo.
Ogni volta che alla nostra immagine di sé aggiungiamo dei dettagli è come se facessimo una nuova piega al foglio di carta per costruire un origami.
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