Sono più di 15 anni che insegno il metodo Feldenkrais e ogni persona nuova che prova una lezione rimane stupita dall’effetto.
A cosa è dovuta tutta questa meraviglia?
Un motivo è che il risultato ottenuto non ha richiesto sforzo, anzi, nelle lezioni chiedo proprio il contrario, di fare poco. E quando mai capita nella vita? Si, le lezioni Feldenkrais sono un’isola felice.
Se andiamo nel dettaglio vediamo che quel far poco ci aiuta ad ascoltare cosa stiamo facendo e permette di introdurre piccole o grandi variazioni. Si raffina così la qualità e il movimento diventa sempre più fluido, facile, piacevole e bello.
Questo modo di fare l’abbiamo già sperimentato nei primi anni di vita. Per imparare a muoverci in modo organizzato siamo rimasti su uno stesso movimento per ore migliorando sempre di più l’azione fino a comprenderla.
Ricordo mio figlio che imparava a mettersi il pollice in bocca. Faceva dei tentativi ma non sempre riusciva a centrare le labbra, fino a quando, a forza di provare, è riuscito a non sbagliare più. Ha imparato a sentire dov’è la mano in relazione alla bocca, e se pensate a quante volte mangiate al giorno potete capire l’importanza di questo apprendimento.
Nel quotidiano diamo per scontate molte nostre capacità e invecchiando ci rassegniamo a perderne qualcuna o cerchiamo di mantenerla con lo sforzo. L’età e le disavventure che capitano nella vita, ci fanno sentire più deboli, la percezione dei nostri sensi cambia e ciò che prima era scontato diventa impegnativo.
Non si diventa giovani e non si guarisce (ritornare esattamente come prima) da incidenti e malattie, ma noi umani abbiamo la grande capacità di imparare e possiamo riorganizzarci per utilizzare al meglio le risorse che abbiamo. Ma come fare?
Quando ci troviamo in difficoltà la prima cosa che facciamo è di sforzare per essere come prima, ma farlo a lungo vuol dire utilizzare in modo eccessivo alcune parti che con il tempo possono diventare un punto debole. Quello che suggerisco, come insegnante del metodo Feldenkrais, è di mettersi in ascolto. Non impegnarsi troppo nel cercare il risultato ma avere la pazienza di sentire cosa accade, di eliminare le tensioni che spesso sono inutili, di ammorbidirsi e trovare il sostegno del pavimento attraverso lo scheletro.
Si trova così una facilità nel movimento che stupisce. Negli anziani che hanno problemi di equilibrio la sorpresa è evidente negli occhi che si illuminano. Scoprire di poter fare ancora delle azioni che ormai pensavano perse mette di buon umore.
Se avete difficoltà in un’azione, non impegnatevi troppo per raggiungere l’obbiettivo, attenuate la vostra forza di volontà, rimanete in quello che percepite durante l’azione, ripetetela facendo variazioni e ascoltando cosa potete lasciar andare, prestate attenzione e la qualità delle azioni vi sorprenderà.
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