Come insegnante Feldenkrais sono in una continua ricerca e studio.
Uno degli ultimi approfondimenti l’ho fatto con Mara Della Pergola in una ricerca/studio di gruppo del suo libro ‘ Lo sguardo in movimento‘.
Il metodo Feldenkrais è applicabile a qualsiasi ambito della vita, è un lavoro di consapevolezza e di crescita personale.
Mara, in questo libro, riprende i principi del metodo Feldenkrais e crea un percorso di lezioni, ma soprattutto di esperienze, prendendo come tema centrale l’arte.
Le nostre azioni nel mondo sono sempre un susseguirsi di percezione – azione – emozione – pensiero. La percezione e l’azione sono propri per ogni individuo. Come ci si muove nel mondo è il frutto della propria storia personale, della cultura e dall’ambiente in cui si è vissuti. L’abitudine di mangiare con le posate, con le bacchette o con le mani dipendono da dove si è nati e da come si è educati ed è così per tutte le azioni che facciamo, perché sono apprese e quindi influenzate dal mondo in cui siamo immersi.
Di fronte ad un’opera d’arte ognuno ha la sua reazione e se riusciamo a calarla nel nostro sentire possiamo dialogare con lei in una continua trasformazione di noi stessi e del modo in cui la vediamo. Spesso ci fermiamo ad analizzare l’opera dal punto di vista storico e artistico lasciando poco spazio alle sensazioni o limitandole: noi siamo coloro che giudicano l’opera e l’opera è lì per essere giudicata. Ci irrigidiamo sulle conoscenze piuttosto che metterci in relazione.
Non giudicare ma lasciar aperte le porte, alle sensazioni corporee, alle emozioni.., è ciò che si sperimenta nel percorso ‘lo sguardo in movimento’.
Si impara ad osservare l’opera e se stessi mentre la si guarda. Così si passa dal sentire il respiro, il sostegno del pavimento, la percezione dei volumi e del nostro centro, all’osservare dove è posato il nostro sguardo, la sensazione che ci ritorna dalle immagini, dai colori, quanti dettagli osserviamo…
E quanto influisce il nostro sentire su come guardiamo l’opera?
Per sperimentare questo, ogni esperienza è strutturata che prevede una prima osservazione dell’opera, poi si fa una lezione del metodo Feldenkrais per tornare a guardare l’opera e si scopre che il nostro percepire è cambiato e quello che l’opera ci restituisce è differente rispetto a prima.
Nella conduzione di un gruppo in cui si osservava la ‘Madonna del cancelliere Rolin’ di Van Eyck all’inizio l’attenzione per molti andava sulle figure in primo piano in cui il bambino è poco sostenuto, la madonna sembra non voler essere lì ma di esserne costretta. Dopo la lezione del metodo Feldenkrais gli allievi si sentivano più sostenuti, con una sensazione di morbidezza e comodità che li ha portati a fuggire verso lo sfondo del quadro o ad osservare la morbidezza dei capelli della Madonna, lo sguardo si soffermava su ciò che era affine al loro modo di sentirsi.
Questo percorso è un allenamento all’ascolto profondo di sé che si può applicare a qualsiasi circostanza della vita. Imparare a distinguere le nostre sensazioni ci permette di diventare consapevoli di ciò che vogliamo e di agire di conseguenza.
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